venerdì 18 ottobre 2013

Le Ragioni Di Una Scelta

L’alternanza Scuola-Lavoro, che è stata introdotta in Italia come una delle modalità di realizzazione dei percorsi di scuola secondaria di II grado (art. 4 della Legge delega n.53 del 2003) è stata assunta come metodologia didattica del sistema dell’Istruzione per consentire agli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età di realizzare gli studi del secondo ciclo alternando periodi di studio e di lavoro. La finalità prevista è quella di motivarli e orientarli e far acquisire loro competenze spendibili nel mondo del lavoro. Di fatto, non è un percorso di recupero per i meno dotati, ma anzi, uno strumento per rendere flessibili i percorsi nell’educazione e nella formazione, uno strumento che offre la possibilità di combinare studi formali, anche professionali, con applicazioni pratiche degli apprendimenti, e di valorizzare le competenze previste nel curriculum scolastico degli studenti nella prospettiva del life long learning.
L’alternanza scuola-lavoro è, tra l’altro, un’azione formativa interessante a proposito della coniugazione dei saperi, quelli teorici e quelli pratici, rispondendo ai bisogni individuali di istruzione e formazione dei giovani per favorirne l’orientamento, per stimolarne le vocazioni personali e gli interessi e potenziare stili diversi di apprendimento. L’alternanza – come forma concreta di dialogo tra scuola e impresa - ri-modula un curriculum in cui una parte si realizza in aula e una parte si realizza fuori dall’aula.
In bottega, si è apprendisti, si “ruba il mestiere con gli occhi”, si apprende attraverso prove ed errori, si affina l'inventiva, ci si “sporca le mani” per elevare la mente, mentre in classe si è allievi, inseriti in un contesto educativo che ha parametri e regole generali e generalizzate, con una trasmissione dei saperi basata prevalentemente sulla loro enunciazione verbale, che tende a sviluppare le capacità teoriche.
L’alternanza, dunque, è una modalità sui generis di sperimentare una mediazione tra una comunicazione didattica che si realizza attraverso protocolli standardizzati e una comunicazione didattica immediata ed immediatamente applicativa, ed in questo senso ci sembra un esempio di pratica di buone pratiche in quanto se l’azienda può veicolare un’esperienza positiva di incontro con la cultura del lavoro e con il contatto diretto con cose, manufatti, esperienze e processi produttivi che la scuola spesso ignora, la scuola, a sua volta, può “ripensare” l’esperienza e far sedimentare competenze, nella logica del mettere in pratica.

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